Beh, il tuo ragazzo deve essere fortunato a far vivere le piante senza diffusore di CO2. In una vasca così piccola è possibile, ma di solito non capita e ci si ritrova con piante ciclicamente morte e acqua inquinatissima. Personalmente un piccolo kit a fermentazione (non di quelli grandi con la bombola che non servono in 37 litri) lo prenderei. Per altro, sotto al fondo ha messo un substrato??? Altrimenti il rischio morte continua delle piante è ancora più alto. E diventa un disastro (acqua nera e maleodorante, filtro intasato, valori sfalzati, pesci morti).
Per piante si considera l’intero vasetto. Ci sono poi le piante “madri” che contengono più diramazioni del normale e si espandono con grande facilità, generando anche ceppi a se stanti.
Quante piante mettere dipende dal significato che intendete dare alla vasca (se lo intendete dare, e io proverò a convincervi a farlo…): moltissime per una foresta pluviale, nessuna per un lago africano. Ma mi spiegherò meglio in seguito, per quanto possibile.
È giustissimo non usare l’ossigenatore. Solo in caso di malattia o inquinamento va introdotto se ci sono le piante, altrimenti sfalza i valori dell’acqua, alzando il Ph.
Tra gli accessori che dovete prendere, se non l’avete già fatto, ci sono i test per i valori dell’acqua (liquidi o a striscette, o entrambi, meglio). I test principali sono per il Ph, il Gh, di Kh i nitriti e i nitrati. Contemporaneamente è bene avere sempre sottomano, soprattutto ora che l’acquario è appena allestito, degli infusori di batteri positivi (Nitrivec o Biopro liquido o in polvere… e ti coniglio quest’ultimo).
Per i pesci, come prima cosa abbiate sempre presente che la vasca che state organizzando non è piccola. È MOLTO piccola. Quindi tutto andrà fatto nella giusta misura, per avere un gioiellino efficiente. Altrimenti diventa un inferno per pesci e propietario. Per questo, tra le specie che hai citato, lo Scalari è purtroppo escluso nel modo più assoluto. Perché un esemplare adulto finirebbe per essere quasi più alto della vasca stessa (per questo pesce il minimo opportuno sarebbero 100 litri).
Guppy, Betta e Neon invece vanno bene. Ma non insieme. O se proprio risulta necessario, sono i Guppy e i Betta che si devono adattare ai valori dei Neon, non il contrario.
Tieni presente che i pesci che si comprano, anche i più comuni come quelli che hai nominato, provengono da parti del mondo completamente opposte, con valori molti diversi di acqua e differenti ambienti. Per esempio, il Neon è un pesce della foresta pluviale sudamericana (come lo Scalare): la sua acqua sarà quindi acida (Ph sotto i 7) e morbida (intorno ai 3 Dgh). Al Contrario i Guppy sono originari del Centro America, e i loro valori ottimali sono acqua alcalina (Ph sopra i 7) e molto dura. Il combattente invece è nativo delle Asia Sudorientale, con valori intermedi tra i due.
Comunque, il betta tende ad aggredire malamente i Guppy, perché le loro pinne costituiscono una provocazione da estirpare (nel vero senso della parola) continuamente.
Naturalmente ci sono pesci più o meno adattabili ai valori. I Guppy per esempio sono molto adattabili, come anche il combattente. O meglio, più che adattabili sono molto resistenti. Ma è una resistenza ingannevole, quella che porta ad esempio il combattente ad essere tenuto in vaschette o vasetti non riscaldati, senza filtro, acqua osmotica etc.. : apparentemente sembra star bene, ma il tracollo arriva inevitabile. E lo stesso per i Guppy, che resistono molte ore perfino in acqua salata (per questo sono i pesci più usati per fare da cibo vivo anche nei marini) ma poi naturalmente muoiono. Il Neon al contrario è un pesce abbastanza delicato.
Quindi, sia per una comodità di controllo di valori, sia anche per gusto personale, ti suggerisco di non fare il solito fritto misto con i pesci scelti miseramente in base al solo gusto estetico, ma di creare un piccolo biotopo con animali endemici delle stesse aree. Allo stesso modo è sempre opportuno conoscere le caratteristiche del pesce per non sovraffollare la vasca ma renderla molto equilibrata.
Il mondo acquatico è diviso in zone, che vanno dalla superficie al fondo. Se i pesci si suddividono per questi livelli se ne possono mettere di più. Se si tende invece a prendere pesci della stessa zona d’acqua si rischia il pericoloso sovraffollamento anche con pochi esemplari.
Quindi ci sono pesci pelagici che vivono perennemente in superficie, pesci bentopelagici che occupano le zone centrali della vasca, pesci di fondo (quasi tutti dell’ordine dei pesci gatto), pesci da tana notturni (invisibili durante il giorno), pesci con ventosa che si spostano tra arredamento e piante e pesci a nuoto libero.
Appurato questo, prestate molta attenzione alla scelta dei pesci, decidendoli sia in base alla provenienza, sia alle esigenze, sia alle caratteristiche di comportamento e di nuoto. E soprattutto cercate di creare un biotopo, un luogo di vita vero, non un soprammobile.
Quindi il piccolo acquario si potrebbe allestire, ad esempio, Amazzonico: 4-5 Neon o Cardinali (pesci da mezz’acqua), 2-3 Corydoras (fondo), se ha il coperchio anche 3-5 Carnigiella strigata (pesci accetta, da superficie) e una coppia (maschio - femmina) di ciclidi nani (per iniziare andrebbero benissimo due bellissimi Microgeophagus ramirezi (sono magari un po’ costretti in un 37 litri, ma se la vasca è allestita bene ed equilibrata ci vivono adeguatamente). I valori di questo habitat sono Ph tra i 6.0 e 6.5 e durezza 3- 4 Dgh.
Altrimenti è interessante il biotopo del sudest asiatico (Malacca, Sumatra, Tailandia, Borneo): 4-5 Rasbora heteromorfa (mezz’acqua), un Betta splendens o una Badis badis o ancora una coppia di barbus tranquilli, 5 o più simpaticissimi Pangio kuhlii (per il fondo) . L’acqua deve avare un Ph tendenzialmente neutro (7) o leggermente acido, e una durezza medio bassa (8-15).
Si può anche dedicare la vasca esclusivamente ai Betta, ricreando l’ambiente naturale della risaia Tailandese (è da prendere in considerazione l’acquario “dedicato” quando si hanno piccole vasche), per farlo riprodurre. Ed è davvero uno spettacolo la riproduzione di questo pesce. Quindi mettere solo un maschio con tre femmine (nel caso qualche gamberetto come pulitore). E insieme alle piante, qualche canna di bambù per interpretare al meglio l’habitat. E poi abbandonarsi al teatro di cui solo il Betta è capace in fase di riproduzione.
Potresti perfino allestire un biotopo africano, in particolare dei laghi Malawi, Tanganica o Niassa. Anche se probabilmente è tardi, perché avete già inserito le piante, quindi anche il fondo. Comunque questo ambiente è molto particolare e la vasca che ne sarebbe uscita fuori, anche se piccolina, poteva risultare assai d’impatto. Le particolarità sono il fondo, che è sabbia con una galnulometria finissima (simile a quella marina), le piante, nel senso che non ci sono (solo rocce una sopra l’altra a cascata), i valori, ovvero acqua molto alcalina (Ph sopra agli 8) e moderatamente dura (sopra i 15 DGh), e i pesci, quasi tutti ciclidi, per altro molto particolari che anche nelle forme più piccole (le uniche da prendere in considerazione in 37 litri) somigliano più a pesci marini che d’acqua dolce. Insomma, una vasca che ad un occhio inesperto poteva sembrare un marino, mentre un occhio attento avrebbe capito che si trattava appunto di un raro africano (ancora più affascinante). Ma effettivamente, data la difficoltà ad ottenere e mantenere valori dell’acqua così particolari, è forse anche meglio non averlo allestito. Non come prima esperienza almeno. E per altro 37 litri erano davvero pochi. Comunque: tra i pesci c’erano, tra i tanti, i bellissimi Neolamprologus leleupi, Neolamprologus brichardi, Julidochromis ornatus, Julidochromis dickfeldi, Melanochromis auratus.
Ancora è simpatico il biotopo della foresta pluviale dell’Africa centrale, con valori molto simili a quelli amazzonici (acqua acida e morbida) e pesci analoghi come i ciclidi nani (Pelvicachromis pulcher), ma anche particolari, come molte varietà di ciprinodonti, tra cui le bellissime specie di Aphyosemion (da prendere comunque con le pinze perché, anche se piccoli, necessitano di molto spazio e sono delicatissimi). E la possibilità di introdurre anche simpatiche rane del genere Hymenochirus.
Per finire, il biotopo dei torrenti dell’America Centrale, che ospita pesci molto diffusi come i Guppy, lo Xiphophorus helleri, le varie Poecilie (velifera, reticolata), etc. I valori sono acqua moderatamente alcalina (ph intorno ai 7.5) e molto dura (fino ai 20-25 DGh)
Di biotopi naturalmente ce ne sono moltissimi altri, da quello australiano, con i bellissimi pesci arcobaleno, a quello indocinese… Lo stesso biotopo Sud americano in realtà non esiste, perché si divide in tantissimi sottobiotopi. Ma in 37 litri fare queste ulteriori distinzioni diventa pesante.
Comunque.. tutto questo era solo per dare un’idea della differenza che c’è da un acquario fritto misto, ed una vasca che ha un significato oltre l’arredamento ed i pesci in se. E’ poi naturale che per un vero biotopo anche le piante andrebbero prese a seconda della zona di origine. E naturalmente anche i legni e il resto del materiale. Perché capisci bene che guardare una vasca con le palline colorate, le conchiglie marine etc, è molto diverso dal guardare ed allevare uno spicchio di natura realmente esistente.
Quindi: 37 litri uguale un piccolo acuqario. Questo comporta piccoli pesci compatibili per valori e comportamento. Il numero degli esemplari dovrà essere esiguo ma non è definibile. Perchè se scelti con razionalità in base allo spazio realmente occupato, saranno di più che se scelti a caso.
Per finire, di tutto l’anno questo è il momento peggiore per mettere i pesci in vasca. Perché il caldo che promette di arrivare farà le solite stragi estive in tutte le vasche non climatizzate (ovvero tutte tranne quelle molto grandi e professionali). Personalmente aspetterei la fine di settembre. Ma è un consiglio poco allettante, lo capisco benissimo..